Via Padova, è qui la casbah di Milano

di Daniela Uva de “Il Giornale”
ho riportato il titolo per intero, e il nome dell’autore subito qui sopra. Mi ha colpito. Un articolo così pieno di luoghi comuni era da un sacco di tempo che non lo vedevo. detto questo la realtà dei fatti è innegabile. In quella zona di Milano i negozi di stranieri e per stranieri sono proprio tanti. Il principio economico però vale sempre. Se ci sono dei venditori è perché ci sono degli acquirenti. Quello che non mi è piaciuto dell’articolo è che da spazio ad una forma di ignoranza che purtroppo a Milano è galoppante : quella che vede gli stranieri come invasori.
So bene, per lavorare tra le case popolari, chi è che parla così. Un sacco di gente che non capisce quanta ricchezza ci sia per il nostro paese in mezzo a tanti immigrati, che spesso fanno lavori che gli italiani non fanno più o lo fanno male. La mia portinaia è praticamente diventata la padrona del condominio e l’amministratore dice che non si può allontanare. pulisce quando ha voglia, stira per tutto il quartiere con la corrente del condominio e non le si può dire niente. D’estate è stata sostituita da un ragazzo cingalese che per un mese ci ha tenuto l’ingresso e le scale pulite come non capitava da tempo.(scusate l’esempio ma è un caso reale).Quanti infermieri stranieri, quanti operai stranieri in cantiere, perché i muratori italiani preferiscono mettersi in proprio e lavorare in nero.
Quanto agli abitanti della zona. Sono tutte case private. Non popolari, aler o comune, né occupate abusivamente. Si tratta di privati che vendono o affittano a stranieri. Sono per lo più case vecchissime e fatiscenti. assolutamente non a norma con l’impiantistica e che possono essere affittate solo a gente che non sta a guardare troppo per il sottile….daniela informati prima di scrivere….ma forse lo scopo dell’articolo era un’altro…
E però solo questione di tempo. Quando io ero ragazzo (almeno 35 anni fa) si dicevano le stesse cose dei meridionali che erano venuti ad “invadere” la città . Con i miei compagni era difficile comunicare perché parlavano solo il loro dialetto. (ma all’epoca le classi per stranieri non c’erano e non si doveva superare l’esame di conoscenza della lingua italiana). Siamo cresciuti e ci ritroviamo nella medesima situazione. Quello che non dice l’articolo, è che proprio in quella zona la milanesità è scomparsa da almeno 30 anni. A metà della via Padova c’è la “pasticceria cristal”, da sempre ritrovo dei campani che a milano vogliono ritrovare un babà fatto come si deve. lungo tutto il percorso i ristoranti indiani e egiziani hanno rimpiazzato trattorie pugliesi e napoletane, altro che tradizione milanese!!! quanto alla prova di conoscenza della lingua italiana…..quanti adulti, laureati italiani la passerebbero? ricordo ancora l’avviso pubblicato da un amico avvocato “cercasi segretaria conoscenza lingua italiana” non rispose nessuno….
Via Padova, è qui la casbah di Milanoultima modifica: 2008-10-18T05:59:00+02:00da bicio62
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Un pensiero su “Via Padova, è qui la casbah di Milano

  1. Buongiorno Fabri…ma che bello rileggerti in un commento! Ho letto il tuo post e ti do ragione, sarà perché io ho vissuto per tanti anni da emigrata e non capisco il perché bisogna accanirsi contro delle persone che alla fine non fanno niente di male, parlano tutti di integrazione, tolleranza, eguagllianza tra le razze e poi quando si va a toccare il proprio quotidiano iniziano a ribellarsi…mah? Oltre ad essere stata emigrata in Germania per tanti anni sono anche una “terrona” che adesso vive a Varese e lavora in Svizzera e se qualcuno ha qualcosa da dire che venga a dirmelo in faccia…hahaha baci facciosi Sonnenschein. PS: a Venezia dovrei andare questo week end e vedrò di seguire i tuoi consigli!!!

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