ke ne dite?

avete guardato le immagini di quel blog? che dire osservate bene le scene, non tanto gli oggetti in primo piano, quanto gli sfondi. viali alberati, edifici prefabbricati, locali pubblici. E allora da dove viene il disagio ? potrà capitare anche qui?
ecco le mie risposte :
il disagio può esserci dappertutto, è strettamente legato al senso di appartenenza al luogo in cui abiti. Se vivi qui, ma la testa e il cuore li hai altrove, non ti verrà mai in mente di partecipare alla vita sociale o di guardarti intorno per vedere cosa succede. Gli abitanti non scenderanno a chiaccherare con i negozianti, non si formeranno capannelli di massaie che si raccontano come crescono i figli, solo gruppi di ragazzi che devono decidere cosa sfasciare per divertimento. Sfasciare? perché ? perché tanto non è roba loro, essi in realtà odiano quel luogo, odiano il terreno stesso su cui camminano e allora, che fare? credete che regalargli un appartamento in via montenapoleone e dargli una pensione di 10000 euro al mese risolverebbe il problema? no! ne sono certo. se dopo poco non tornano a devastare il loro territorio è solo perché, con i soldi, possono andare altrove a NON PENSARE.

Nella realtà difficile, le autorità possono fare ben poco, sono gli abitanti stessi che devono agire, perché solo essi sanno realmente cosa fare. Esempio : gli unici quartieri popolari di milano che hanno meno problemi degli altri sono quelli dove esistono dei comitati di quartiere che interpretano i bisogni e se ne fanno portavoce con le autorità. Ma questi , chi sono? Marziani? Funzionari che hanno vinto un concorso? no , è gente del posto che ha deciso di cambiare le cose innanzitutto cambiando se stessa e il proprio modo di vivere, occupandosi di più della realtà che la circonda.

un’ultima cosa: funziona, veramente.

buona domenica fabri