radio padania libera

ma l’avete mai ascoltata? messaggi così farneticanti sono difficili da ascoltare. Oggi pomeriggio in macchina ascoltavo questa trasmissione in cui parlava in dialetto. Lo ascolto sempre volentieri perché sono milanese e mi piace parlarlo e ascoltarlo. Non so bene perché, forse nelle inflessioni dialettali di una popolazione emerge tutto una maniera unica di affrontare le situazioni, di spiegarsi l’un l’altro. In una città complessa come Milano è sempre più difficile sentirlo, e quindi si apprezza ancora di più. Il problema è quello dei “padani”. Alla radio, dicevo, si auspicava l’utilizzo del dialetto come “unificante delle nostre radici”. Ma quale dialetto? Un abitante di Borgo S.Dalmazzo potrebbe volere il proprio (occitano) e così un mantovano vorrebbe il proprio e i ladins la loro (questa si che lo è) lingua. La radio in realtà parlava del bergamasco. Tanto per non divagare come padano milanese nel pur bel dialetto bergamasco, le radici della mia città non ce le vedo.
La trasmissione continuava paragonando la padania alla Catalogna, allaScozia ed al Galles.Già, perché i Corsi hanno detto chiaro e tondo a Bossi che la padania è una sua invenzione. In effetti per quanto mi sforzi di cercare sugli atlanti storici, la padania è proprio un paese che non trovo…..però il Ducato di Milano èstato una realtà forte e potente.Sì, prima dell’arrivo dei romani daqueste parti erano presenti dei celti (gli insubri) ma era anche forte la presenza etrusca. E allora? quali sono le nostre radici? personalmente preferisco dire che siamo e siamo sempre stati un crogiuolo di popoli diversi. Difendo anch’io il mio dialetto, ma come simbolo di una tradizione di laboriosità che diventa patrimonio anche di tutti quelli che arrivano continuamente da fuori (bergamaschi compresi) arricchendo la nostra cultura.

radio padania liberaultima modifica: 2006-06-27T22:50:43+02:00da bicio62
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3 pensieri su “radio padania libera

  1. Sinceramente di ragazzi no-global ne ho guardati parecchi negli occhi e in loro ho visto presunzione, viltà e voglia di disfare……pe r quanto riguarda il saluto romano, demonizzato dal dopoguerra, ti vorrei ricordare che è un gesto, un simbolo, un Valore vecchio di 2000 anni non di 60 che sta a racchiudere tutta la Nostra storia ed il nostro essere, d’altronde se ascolti bene in nostro Inno che richiama chiaramente la romanità dell’Italia riabilita il saluto romano e tutto ciò che ha fatto grande questa Nazione. Chi saluta romanamente oggi non va in piazza a distruggere, a fare teppismo, a spacciare o a cercare droga con l’intenzione di legalizzarla… .Chi saluta romanamente oggi vuole ricordare cosa è stata e cosa potrebbe essere l’Italia ed il popolo italiano.

  2. Ciao! Rispondo prima alla domanda sul cambio di classe: gli imbranati siamo noi adulti, non i ragazzi! Con le dovute ecezzioni, naturalmente!
    Per il fatto della temperatura, avresti potuto mettere un uovo sul tuo casco e poi portarlo a casa chiedendo a tua mogli di ripetere l’esperimento dentro scuola.. Evidente la differenza!
    Per radio padania, basterebbe prendere in considerazione il fatto che molti sono come me : padre – napoletano; madre – vicentina; marito – romano; figlia – torinese; residenza – bergamasca. Comprendo tutti i dialetti, ma non riesco a parlarne uno solo, lo faccio tutti insieme, con qualche caduta nell’italiano e qualche dotta citazione latina o francese, finendo con il più classico inglese della risposta al ” Che ora è?” che è :
    I dont saccio because I tengo the Watch scassato!
    Comunque personalmente mi son “rotta” di questi campanilismi di bassa lega, che nascondono solo ignoranza, egoismo, arroganza e piccineria. Un abbraccio, Anna

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