pavimento scivoloso

A Milano, vicino alla stazione Centrale, c’è un bell’edificio tutto a vetri. La pavimentazione circostante è fatta di una bella pietra grigia levigata al punto giusto. Già peccato che appena piove o c’è dell’umidità, lì si scivoli come su una lastra di ghiaccio. Deve essere sicuramente l’opera di qualche grande architetto, dal momento che nessuno dice niente. L’avessimo fatto noi del Comune, come minimo si sarebbero presentati in coda una cinquantina di inquilini, con tanto di certificato medico che attestava le “gravi lesioni riportate a seguito di caduta” . Qualche politico benpensante avrebbe portato in Consiglio Comunale il problema dell’abbattimento barriere architettoniche e qualche avvocato avrebbe intentato subito causa al Comune , patrocinando i poveri inquilini. E’ inutile, come nei quadri di Peter Bruegel, i poveri e il popolino sono disegnati in modo deforme, in quanto portatori di una sfiga cronica, mai portata con dignità, che rappresenta anche una stortura e una bruttura dell’anima, oltre che del fisico. Spesso, spessissimo, nei miei sopralluoghi, mi sono imbattutto in famigliole composte dal nonno (perennemente in pigiama ed a letto perché acciaccato), dalla nonna (sempre con lo scialle sulle spalle in continuo movimento tra la casa e il mercato), la mamma (poco presente perché al lavoro), il papà (mai presente), i figli (a dormire, se presenti). La stessa scena proposta spesso da totò nei suoi film. Sembra incredibile, vero? Eppure è così. La realtà supera la fantasia. chissà, forse un girono ci scriverò qualcosa.